Amare una
persona è…
Averla
senza possederla.
Dare il
meglio di sé senza pensare di ricevere.
Voler stare
spesso con lei,
ma senza
essere mossi dal bisogno di alleviare la propria solitudine.
Temere di
perderla, ma senza essere gelosi.
Aver
bisogno di lei, ma senza dipendere.
Aiutarla,
ma senza aspettarsi gratitudine.
Essere
legati a lei, pur essendo liberi.
Essere un
tutt'uno con lei, pur essendo se stessi.
Ma per
riuscire in tutto ciò, la cosa più importante da fare è…
accettarla
così com'è, senza pretendere che sia come si vorrebbe.
OMAR
FALWORT
Varie sono
le definizioni della codipendenza che ci sono succedute nel tempo, a seconda
anche del settore in cui la si studiava (prevalentemente quello della tossicodipendenza
ed alcolismo). Personalmente ritengo che parliamo di
Codipendenza
è quando una persona fà in modo che sia influenzata in modo eccessivo dal
comportamento di un'altro ed al contempo cerca di controllare in modo eccessivo
quello stesso comportamento.
L'altro può
essere una qualsiasi delle persone significative della propria vita: marito,
genitore, figlio, amico. Quest' "altro", solitamente è affetto a sua
volta da qualche forma di dipendenza patologica.
Il concetto
di codipendenza nasce nel campo della tossicodipendenza ed alcolismo. Si notava
come molti partner degli alcolisti e tossicodipendenti tendevano sia a ripetere
copioni passati (la presenza di un genitore con la stessa dipendenza del
partner) che a mettere al centro della propria vita il benessere e la salvezza
dell'altro.
Taluni
studiosi estremizzano la codipendenza arrivando a definirla una vera e propria
patologia psicologica, cronica e progressiva. In questi casi i codipendenti
necessitano di relazionarsi con persone dipendenti per un'insana forma di
benessere. Scelgono ad esempio un'alcolista, perchè quest'ultimo necessita
anche di un salvatore, e dipenderà dal codipendente. Anzi, a volte, se riescono
nel loro ruolo di salvatori, la relazione finisce, e cercano subito un altro da
salvare.
Entrando
nello specifico le caratteristiche del codipendente sono:
concentrano
la loro vita sugli altri
la loro
vita dipende dagli altri
cercano la
felicità fuori da sé
aiutano gli
altri invece che se stessi
desiderano
la stima e l'amore degli altri
controllano
i comportamenti altrui
cercano di
cogliere gli altri in errore
anticipano
i bisogni altrui
sono
attratte dalle persone bisognose d'aiuto
attribuiscono
agli altri il proprio malessere
si sentono
responsabili del comportamento altrui
sopportano
sempre più comportamenti altrui che non avrebbero sopportato in precedenza
avvertono
sintomi d'ansia e depressione
hanno una
paura ossessiva di perdere l'altro
sviluppano
sensi di colpa per i compartamenti sbagliati dell'altro
provengono
spesso da famiglie con esperienza di codipendenza.
L'elenco è
lungi dall'essere esaustivo. Ma già dall'elenco di queste caratteristiche
vediamo molti punti in comune con le dipendenze affettive e relazionali. La
differenza di fondo è che nelle dipendenze affettive non sempre c'è un partner
problematico come nella codipendenza.
La
codipendenza può essere anche caratterizzata come una relazione disfunzionale
di tipo simbiotico. Tale tipo di relazione si viene a creare quando uno o
entrambi cercare nell'altro la compensazione delle proprie carenze, dei propri
bisogni insoddisfatti, al fine di sostenersi reciprocamente. Ad esempio chi è
maggiormente istintivo cerca persone che hanno sviluppato maggiormente
l'aspetto razionale e viceversa. In questo modo ci si illude che l'altro è
fondamentale per il proprio equilibrio in quanto compensa nostre carenze.
Se uno dei
due decide di "evolvere", cioè di superare o compensare i propri
bisogni, l'altro si sente inevitabilmente tradito e abbandonato, in quanto
sente il venir meno di quella relazione che lo faceva sentire al sicuro.
Infatti questo tipo di relazione disfunzionale come tutte le relazioni
simbiotiche non prevede cambiamenti, ma equilibrio, staticità, dipendenza.
Per
superare tale relazione disfunzionale bisogna innanzitutto riconoscere
l'esistenza di bisogni insoddisfatti che causano tali comportamenti errati e
poi cambiare il proprio modo di relazionarsi con gli altri.
Utile è
citare la parabola di Gesù su Marta e Maria. Maria se ne stava seduta a
conversare con Gesù e i suoi discepoli, Marta ordinava in casa e cucinava. Ad
un certo punto Marta incominciò a sbattere i piatti accusando Maria di non fare
nulla, lamentandosi di dover far tutto da sola mentre la sorella chiacchierava.
Gesù, inaspettatamente per Marta, rimproverò proprio lei. Per Gesù Maria si
stava comportando bene, era lei che aveva ragione. Perché per Gesù l'importante
è stare con le persone, pensando un po’ anche a sé stessi, non solo
preoccuparsi di ordinare e cucinare per loro. Nella codipendenza si commette
l'errore di sostenere l'"altro" dipendente a scapito di sé stessi, e
lo stesso sostegno che si fornisce spesso è di tipo materiale, non attento alle
esigenze interiori dell'altro.
Và
ricordato, in conclusione, che se diversi sono i punti di contatto fra
dipendenza affettiva e codipendenza c'è, però, una differenza fondamentale fra
le due. Nella codipendenze è necessario che l'altro sia un partner problematico
mentre nella dipendenza affettiva non c'è questa necessità.
Dott. Roberto Cavaliere
Dott. Roberto Cavaliere
Nessun commento:
Posta un commento