Fatto di
cronaca, realmente accaduto all'inizio del secolo scorso e raccontato da «Il
Resto del Carlino» (vedi articolo riprodotto sotto). Detto fatto sarebbe passato
inosservato come tanti altri se non fosse stato ripreso, in maniera fantasiosa,
da un anonimo poeta che ne trasse la celebre «zirudèla» che è circolata per
vari anni in ricopiature manoscritte e dattiloscritte.
“Ieri mattina
poco dopo le 9 ai Giardini Margherita due vigili urbani furono richiamati dalle
grida di una donna che invocava aiuto e scorsero presso una panchina una
signora che, in preda a viva eccitazione, inveiva contro un individuo il quale
si allontanava frettolosamente. Scorgendo i due vigili la signora li invitò a
raggiungere e ad arrestare lo sconosciuto dichiarando che egli aveva commesso
in sua presenza alti innominabili. Le due guardie non si fecero ripetere
l'invito e raggiunto l'individuo che aveva allungato il passo lo indussero a
seguirlo in ufficio. Qui dopo poco furono raggiunti dalla signora che si
qualificò per....... abitante in frazione di....... infermiera presso il
manicomio. Ella dichiarò che mentre passeggiava per i viali aveva notato lo
sconosciuto il quale cercava di avvicinarsi a lei e attaccare discorso e che,
senza dare ascolto alle parole rivoltele, si era seduta su una panchina.
L'importuno l'aveva allora raggiunta sulla panchina e aveva cercalo ancora di
indurla ad allacciare un'amichevole conversazione. Poi visto vano ogni
tentativo era ricorso ad un argomento che credeva persuasivo; e che invece
aveva addirittura terrorizzato la signora inducendola a richiamare con alte
grida l'attenzione di qualche altro più saggio frequentatore mattiniero dei
Giardini. L'individuo denunciato dalla signora è l'impiegato di anni 27, ……………..
abitante in via ……………. Costui e stato dagli stessi vigili urbani accompagnato
in Questura e di qui, dopo la denuncia all'autorità giudiziaria per oltraggio
al pudore, è stato tradotto alle carceri.
da «II Resto del
Carlino», 25 luglio 1924”
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