Un diaframma è una struttura prefabbricata o gettata in opera che viene utilizzata per sostenere scavi artificiali di natura provvisoria o definitiva impedendo lo scivolamento del terreno all'interno dello scavo.
Talvolta il solo diaframma non è in grado di reggere la spinta del terreno
e si rende necessario l'inserimento al suo interno di tiranti: queste opere
sono dette paratie tirantate.
Un diaframma è realizzato con apposite macchine provviste di ganasce o
frese che, calate nel terreno attraverso dei cordoli guida, scavano una sezione
verticale: per evitare crolli di materiale della parete cui viene a mancare il
sostegno, lo scavo è realizzato tramite impiego di fanghi bentonitici. Eseguito
lo scavo il diaframma prefabbricato è collocato nella sede; se invece il
manufatto è gettato in opera viene realizzato in calcestruzzo armato
(l'armatura è solitamente costituita da una gabbia d'acciaio) oppure con un
composto detto "plastico", costituito da bentonite e calcestruzzo.
1 Progettazione di un diaframma
1.1 Diaframma a mensola o autostabile
1.2 Diaframma vincolato
1.2.1 Free earth support
1.2.2 Fixed earth support
Progettazione di un diaframma
Un diaframma infisso nel terreno è sottoposto contemporaneamente a spinte
instabilizzanti (spinte attive esercitate a monte della paratia) e spinte
stabilizzanti (spinte passive esercitate sul lato di valle dal terreno al di
sotto del fondo dello scavo). La progettazione di un diaframma è perciò legata
a valutazioni di tipo geotecnico e consiste nella verifica delle condizioni di
equilibrio tra spinte attive e spinte passive, utilizzando eventualmente
contrasti, tiranti, appoggi di vario tipo in ausilio alle spinte stabilizzanti.
Uno dei problemi essenziali è costituito dal calcolo della profondità di
infissione nel terreno del diaframma a mensola, in modo da non richiedere
ulteriori sostegni.
La progettazione è legata alla tecnologia del diaframma che si intende
realizzare, in quanto la capacità statica dell'elemento strutturale dipende
dalla sua tipologia costruttiva (diaframmi in conglomerato cementizio,
palancole, micropali, ecc.), mentre lo stato di sollecitazione sviluppato lungo
la paratia dipende, tra l'altro, dalle condizioni di scabrezza dell'interfaccia
terreno - paratia.
I diaframmi possono essere realizzati a sbalzo (a mensola nel terreno), ad
uno o più ordini di tiranti. Le soluzioni costruttive meno complesse, in
assenza di acqua di falda e di sovraccarichi importanti, possono essere
studiate mediante abachi o sfruttando formulazioni chiuse più o meno
semplificate.
Diaframma a mensola o autostabile
Nel caso più immediato di diaframma semplicemente infisso nel terreno
(denominato diaframma a mensola) il meccanismo di rottura è rappresentato dalla
rotazione del diaframma intorno ad un punto O posto a profondità d dal fondo
scavo.
La progettazione viene effettuata valutando le spinte del terreno sul
diaframma. Definendo h la differenza di quota tra il piano campagna e il fondo
scavo (e quindi l'altezza del diaframma fuori terra), d la profondità rispetto
al fondo scavo del centro di rotazione O e d' l'altezza del diaframma al di
sotto del centro di rotazione, le spinte del terreno sulla paratia possono
essere così sintetizzate:
nella zona al di sotto dello scavo:
spinta passiva per una profondità d dal fondo scavo al centro di rotazione
O (P_p contributo stabilizzante);
spinta attiva per una profondità d' dal centro di rotazione O alla parte
più inferiore del diaframma (P_a' contributo instabilizzante);
nella zona al di sotto del piano campagna:
spinta attiva per una profondità h + d dal piano campagna al centro di
rotazione O (P_a contributo instabilizzante);
spinta passiva per una profondità d' dal centro di rotazione O alla parte
finale inferiore del diaframma (P_p' contributo stabilizzante).
In particolare in sede di progettazione si tende a considerare i contributi
derivanti dalla parte di terreno al di sotto del centro di rotazione O (P_a' e
P_p') come applicati esattamente in quel punto, trascurando il momento
meccanico che la risultante R delle due spinte offrirebbe alla struttura. Tale
assunzione è tuttavia a vantaggio di sicurezza, dal momento che questo
contributo tenderebbe a frenare la rotazione della paratia.
A questo punto la profondità d viene valutata imponendo l'equilibrio alla
rotazione del diaframma intorno al punto O. Avendo ipotizzato infatti la forza
R applicata esattamente in quel punto si avrà:
P_p \cdot \frac{d}{3} - P_a \frac{h+d}{3}=0 \Rightarrow d =
\frac{P_a}{P_p-P_a} \cdot h
Considerando che la struttura dovrà essere equilibrata anche nel senso
della traslazione orizzontale, ponendo la condizione di equilibrio
P_a + R - P_p = 0
si potrà calcolare la forza R da cui sarà possibile ricavare l'ulteriore
infissione del diaframma d' (ricordando che essa era la risultante delle spinte
del terreno al di sotto del centro di rotazione). La profondità a cui dovrà
essere infisso il diaframma sarà esattamente d + d'. In ogni caso, in prima
approssimazione, il valore dell'ulteriore infissione del diaframma può essere
valutato pari al 20% della lunghezza d.
Per tenere conto dell'incertezza del calcolo dei parametri di resistenza
del terreno si è soliti applicare un coefficiente di sicurezza alla spinta
passiva, al cui valore ci si affida interamente per la stabilità della
struttura.
Diaframma vincolato
In molte situazioni la realizzazione di un diaframma a mensola risulta
antieconomica o tecnicamente insostenibile, in quanto l'attivazione dei
necessari meccanismi di spinte attive e passive comporta spostamenti
orizzontali della sommità della paratia di entità inaccettabile. In tali casi
si procede ad inserire uno o più contrasti, spesso costituiti da tiranti,
seguendo la progressione degli scavi. Sempre nei casi più semplici dei
diaframmi monoancorati, ovvero contrastati con un solo ordine di tiranti, la
progettazione si differenzia a seconda del vincolo che si realizza nei fatti
alla base del diaframma.
Free earth support
Nel caso si ipotizzi all'estremo inferiore un vincolo dato dalla semplice
forza passiva sviluppata al di sotto del fondo scavo, la struttura nel suo
complesso risulterà iperstatica, ma con semplici operazioni sarà possibile
trovare la profondità minima di infissione del diaframma. Si opera imponendo
l'equilibrio alla rotazione intorno al punto di applicazione della reazione F
garantita dal tirante. Tale reazione vincolare, assimilabile ad una trazione
viene coerentemente calcolata imponendo l'equilibrio alla traslazione
orizzontale. Nel caso in cui si utilizzino tiranti, essi dovranno essere di
tipo passivo, altrimenti il modello di calcolo non risulta più valido in senso
stretto.
A favore della sicurezza, si terrà conto dell'incertezza nella
determinazione della resistenza del terreno con opportuni coefficienti di
sicurezza: di solito per le spinte passive si adotta un fattore riduttivo pari
almeno a 1.5, mentre per il dimensionamento del tirante si adottano
coefficienti pari a 1.5 - 2.5. Ciò può essere ritenuto valido per opere
provvisionali, di durata temporale non superiore a due anni. Le recenti
normative geotecniche impongono per opere non provvisionali l'adozione di
coefficienti parziali sia in aumento delle azioni sulla paratia, sia in
diminuzione della parametrizzazione geotecnica, oltre eventualmente ad una
diminuzione delle resistenze di calcolo.
Fixed earth support
Se l'estremo inferiore del diaframma viene approfondito nel terreno fino a
contrastare idealmente tutti i possibili gradi di libertà, compresa la
rotazione, si può introdurre a tutti gli effetti un vincolo di incastro. In
questo caso la struttura risulterà fortemente iperstatica, così che in teoria
non si potrebbe prescindere da considerazioni che tengano conto della
congruenza delle deformazioni. Tuttavia, imponendo a priori l'esistenza di un
punto C del diaframma avente momento nullo, si considera in quella sezione una
cerniera, rendendo così la struttura isostatica. Esistono varie formulazioni
più o meno empiriche di tale problema, accettabili solo nelle ipotesi di
assenza di acqua di falda, terreno omogeneo, assenza di sovraccarichi a monte e
irrilevanza degli spostamenti della sommità della paratia. La teoria di Blumm,
per esempio, ipotizza che questo punto di cerniera si trovi ad una quota
variabile, dipendente dall'angolo di attrito interno, sopra o sotto la linea di
fondo scavo. In realtà lo sviluppo di una cerniera sopra il fondo scavo si
verifica unicamente in terreni granulari molto compatti o cementati. Più
sovente la cerniera nel terreno viene considerata ad una certa profondità,
nell'ordine del 10% dell'altezza fuori terra del diaframma, sotto il fondo
scavo.
Tale metodo di risoluzione di questo problema è chiamato metodo della trave
equivalente Anche nello sviluppo progettuale di tale modello si introducono
opportuni fattori di sicurezza o coefficienti parziali coerentemente con il
tipo di verifica in corso (all'equilibrio limite o agli stati limite).
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