venerdì 27 dicembre 2013

FRANCESCO GUCCINI


  


  CANZONE QUASI D'AMORE



Non starò più a cercare parole che non trovo
per dirti cose vecchie con il vestito nuovo,
per raccontarti il vuoto che, al solito, ho di dentro
e partorire il topo vivendo sui ricordi, giocando coi miei giorni, col tempo...

O forse vuoi che dica che ho i capelli più corti
o che per le mie navi son quasi chiusi i porti;
io parlo sempre tanto, ma non ho ancora fedi,
non voglio menar vanto di me o della mia vita costretta come dita dei piedi...

Queste cose le sai perchè siam tutti uguali
e moriamo ogni giorno dei medesimi mali,
perchè siam tutti soli ed è nostro destino
tentare goffi voli d' azione o di parola,
volando come vola il tacchino...

Non posso farci niente e tu puoi fare meno,
sono vecchio d' orgoglio, mi commuove il tuo seno
e di questa parola io quasi mi vergogno,
ma c'è una vita sola, non ne sprechiamo niente in tributi alla gente o al sogno...

Le sere sono uguali, ma ogni sera è diversa
e quasi non ti accorgi dell' energia dispersa
a ricercare i visi che ti han dimenticato
vestendo abiti lisi, buoni ad ogni evenienza, inseguendo la scienza o il peccato...

Tutto questo lo sai e sai dove comincia
la grazia o il tedio a morte del vivere in provincia
perchè siam tutti uguali, siamo cattivi e buoni
e abbiam gli stessi mali, siamo vigliacchi e fieri,
saggi, falsi, sinceri... coglioni!

Ma dove te ne andrai? Ma dove sei già andata?
Ti dono, se vorrai, questa noia già usata:
tienila in mia memoria, ma non è un capitale,
ti accorgerai da sola, nemmeno dopo tanto, che la noia di un altro non vale...

D' altra parte, lo vedi, scrivo ancora canzoni
e pago la mia casa, pago le mie illusioni,
fingo d' aver capito che vivere è incontrarsi,
aver sonno, appetito, far dei figli, mangiare,
bere, leggere, amare... grattarsi!




DIO E' MORTO

Ho visto ….
La gente della mia età andare via

Lungo le strade che non portano mai a niente.Cercare il sogno che conduce alla pazzia

Nella ricerca di qualcosa che non trovano

nel mondo che hanno già.

Dentro le notti che dal vino son bagnate

Dentro le stanze da pastiglie trasformate

lungo le nuvole di fumo di un mondo fatto

di città essere contro ad ingoiare la nostra stanca civiltà

e un Dio ch'è morto!

ai bordi delle strade Dio è morto!

Nelle auto prese a rate Dio è morto,

Nei miti dell'estate ...

Dio è morto!

Mi han detto …

che questa mia generazione ormai non crede
in ciò che spesso han mascherato con la fede.

Nei miti eterni della patria e dell'eroe
perché è venuto ormai il momento di negare tutto ciò che è falsità.

Le fedi fatte di abitudine e paura, 

una politica che è solo far carriera, 

il perbenismo interessato, la dignità fatta di vuoto,
l'ipocrisia di chi sta sempre con la ragione e mai col torto,
è un Dio ch'è morto!

Nei campi di sterminio Dio è morto,
coi miti della razza Dio è morto,
con gli odi di partito Dio è morto.


Ma penso ….  

che questa mia generazione è preparata
a un mondo nuovo e una speranza appena nata,

ad un futuro che ha già in mano, a una rivolta senza armi
perché noi tutti ormai sappiamo che se Dio muore
è per tre giorni e poi risorge,

in ciò che noi crediamo Dio è risorto,

in ciò che noi vogliamo Dio è risorto,

nel mondo che faremo Dio è risorto.



IL VECCHIO E IL BAMBINO

Un vecchio e un bambino si preser per mano

e andarono insieme incontro alla sera;

la polvere rossa si alzava lontano

e il sole brillava di luce non vera...

L' immensa pianura sembrava arrivare

fin dove l'occhio di un uomo poteva guardare

e tutto d' intorno non c'era nessuno:

solo il tetro contorno di torri di fumo...

I due camminavano, il giorno cadeva,

il vecchio parlava e piano piangeva:

con l' anima assente, con gli occhi bagnati,

seguiva il ricordo di miti passati...

I vecchi subiscon le ingiurie degli anni,

non sanno distinguere il vero dai sogni,

i vecchi non sanno, nel loro pensiero,

distinguer nei sogni il falso dal vero...


E il vecchio diceva, guardando lontano:

"Immagina questo coperto di grano,

immagina i frutti e immagina i fiori

e pensa alle voci e pensa ai colori

e in questa pianura, fin dove si perde,

crescevano gli alberi e tutto era verde,

cadeva la pioggia, segnavano i soli

il ritmo dell' uomo e delle stagioni..."


Il bimbo ristette, lo sguardo era triste,

e gli occhi guardavano cose mai viste

e poi disse al vecchio con voce sognante:

"Mi piaccion le fiabe, raccontane altre!"





L'AVVELENATA


Ma s' io avessi previsto tutto questo, 
dati causa e pretesto, le attuali conclusioni

credete che per questi quattro soldi, questa gloria da stronzi, avrei scritto canzoni;

va beh, lo ammetto che mi son sbagliato e accetto il "crucifige" e così sia,

chiedo tempo, son della razza mia, per quanto grande sia, il primo che ha studiato...

Mio padre in fondo aveva anche ragione a dir che la pensione è davvero importante,

mia madre non aveva poi sbagliato a dir che un laureato conta più d' un cantante:

giovane e ingenuo io ho perso la testa, sian stati i libri o il mio provincialismo,

e un cazzo in culo e accuse d' arrivismo, dubbi di qualunquismo, son quello che mi resta...

Voi critici, voi personaggi austeri, militanti severi, chiedo scusa a vossìa,

però non ho mai detto che a canzoni si fan rivoluzioni, si possa far poesia;

io canto quando posso, come posso,

quando ne ho voglia senza applausi o fischi:

vendere o no non passa fra i miei rischi, non comprate i miei dischi e sputatemi addosso...

Secondo voi ma a me cosa mi frega di assumermi la bega di star quassù a cantare,

godo molto di più nell' ubriacarmi oppure a masturbarmi o, al limite, a scopare...

se son d' umore nero allora scrivo 

frugando dentro alle nostre miserie:

di solito ho da far cose più serie, 
costruire su macerie o mantenermi vivo...

Io tutto, io niente, io stronzo, io ubriacone, io poeta, io buffone, io anarchico, io fascista,


io ricco, senza soldi, io radicale, io diverso ed io uguale, negro, ebreo, comunista!

Io frocio, io perchè canto so imbarcare, io falso, io vero, io genio, io cretino,

io solo qui alle quattro del mattino, l'angoscia e un po' di vino, voglia di bestemmiare!

Secondo voi ma chi me lo fa fare di stare ad ascoltare chiunque ha un tiramento?

Ovvio, il medico dice "sei depresso", nemmeno dentro al cesso possiedo un mio momento.

Ed io che ho sempre detto che era un gioco sapere usare o no ad un certo metro:

compagni il gioco si fa peso e tetro, comprate il mio didietro, io lo vendo per poco!

Colleghi cantautori, eletta schiera, che si vende alla sera per un po' di milioni,

voi che siete capaci fate bene a aver le tasche piene e non solo i coglioni...

Che cosa posso dirvi? Andate e fate, tanto ci sarà sempre, lo sapete,

un musico fallito, un pio, un teorete, un Bertoncelli o un prete a sparare cazzate!

Ma s' io avessi previsto tutto questo, dati causa e pretesto, forse farei lo stesso,

mi piace far canzoni e bere vino, mi piace far casino, poi sono nato fesso,

e quindi tiro avanti e non mi svesto dei panni che son solito portare:


ho tante cose ancora da raccontare per chi vuole ascoltare e a culo tutto il resto!



AUSCHWITZ . GUCCINI - NOMADI


Lo stesso Guccini ha dichiarato che "la prima idea" per questa tristissima quanto bellissima e celeberrima canzone gli venne dalla lettura di Tu passerai per il camino - Vita e morte a Mauthausen (Mursia, 1965), un libro di memorie di Vincenzo Pappalettera. 
Come afferma Paolo Jachia, "Guccini scrive e canta la storia terribile ed emblematica di un anonimo bambino morto e bruciato nel famigerato campo di sterminio nazista (il 27 gennaio, data della liberazione dei prigionieri di Auschwitz, è stato proclamato universalmente e perennemente giorno del ricordo e della memoria).
Una storia-simbolo delle altre sei milioni di vittime dell'orrore hitleriano, ma è da rimarcare che Guccini non si limita alla condanna del nazismo ma allarga la sua condanna a ogni guerra e allude probabilmente al dramma della guerra in Vietnam, allora in corso" 

"Un testo semplice, immediato, fatto di brevi versi, sostenuto per lo più da rime facili, ma artisticamente e retoricamente efficace e in grado di esprimere una forte e sincera commozione poetica. Per tutto questo Auschwitz conquistò subito il consenso unanime di cattolici, comunisti, anarchici, libertari". 


   

  Son morto .... con altri cento
  son morto .... che ero bambino,  
  passato ... per il camino 
  ed adesso sono nel vento. 
  ed adesso sono nel vento.

  Ad Auschwitz ... c'era la neve,
 
  il fumo ... saliva lento ...
 
  nel freddo ... giorno d'inverno,
 
  e adesso ... sono nel vento
 
  ed adesso ... sono nel vento.
  
  Ad Auschwitz ... tante persone 
  ma un solo ... grande silenzio;
 
  è strano... non riesco ancora,

  a sorridere ... qui nel vento,
 
  a sorridere ... qui nel vento.

  Io chiedo ... come può l'uomo
 
  uccidere ... un suo fratello;
 
  eppure siamo a milioni
 
  in polvere qui nel vento,
 
  in polvere qui nel vento. 

  Ma ancora ... tuona il cannone 
  e ancora .. non è contenta
 
  di sangue la bestia umana
 
  e ancora ci porta il vento,
 
  e ancora ci porta il vento.

   Io chiedo ... quando sarà 
   che l'uomo ... potrà imparare;
 
   a vivere senza ammazzare
 
   
e il vento si poserà, 
   e il vento si poserà.

   Io chiedo ... quando sarà 
   che l'uomo ... potrà imparare;
 
   a vivere senza ammazzare
 
   
e il vento si poserà, 
   e il vento si poserà.

                                                                                                                                                                                              

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